Benito Mussolini







Benito Amilcare Andrea Mussolini nasce a Dovia di Predappio il 29 luglio 1883,da Rosa Maltoni, maestra elementare, e Alessandro Mussolini, fabbro ferraio.




Il nome "Benito Amilcare Andrea" fu deciso dal padre, socialista, desideroso di rendere omaggio alla memoria di Benito Juárez, leader rivoluzionario ed ex-presidente del Messico, di Amilcare Cipriani, patriota italiano e socialista, e di Andrea Costa, imolese, leader del socialismo italiano.
Contrariamente al marito, la madre Rosa era credente e fece battezzare il figlio.

Benito studia nel collegio salesiano di Faenza (1892-'93), dove passò un periodo infelice: oltre alle punizioni corporali subite dai salesiani per la sua scarsa osservanza delle regole del collegio, visse con rabbia la sua condizione sociale. La famiglia era di modeste condizioni: il padre, pur essendo indipendente, viveva ai limiti della comunità locale a causa delle sue idee politiche; mentre la madre, che insegnava ai bambini delle elementari presso Palazzo Varano, guadagnava uno stipendio insufficiente a compensare le mancate entrate del marito.
Successivamente continuò gli studi presso il collegio Carducci di Forlimpopoli, conseguendo il diploma di maestro elementare.

Stimolato dal padre, esponente socialista facinoroso e violentemente anticlericale, comincia la sua carriera politica appunto con l'iscrizione al Partito Socialista Italiano (PSI). Poco tempo dopo incappa in una vera avventura.

 il 9 luglio 1902 emigrò in Svizzera per sfuggire al servizio militare obbligatorio, stabilendosi a Losanna. Dove si iscrisse al sindacato muratori e manovali, di cui poi divenne anche  segretario, e il 2 agosto 1902 pubblicò il suo primo articolo su L'Avvenire del lavoratore, il giornale dei socialisti svizzeri. L'attività giornalistica vera e propria di Mussolini cominciò nel 1904.
In Svizzera Mussolini si avvicinò a Vilfredo Pareto, iniziando le lezioni all'Università di Losanna, dove l'economista italo-francese insegnò per alcuni anni. Pareto (che definirà Mussolini "un grande statista") inciterà il suo allievo a prendere il potere e organizzare la Marcia su Roma (inviando un telegramma dalla Svizzera in cui si diceva «ora o mai più»). Mussolini utilizzò le idee di Pareto per rivedere la sua adesione al socialismo.

foto segnaletica di Mussolini
Venne espulso due volte dal paese: il 18 giugno 1903 fu arrestato a Berna come agitatore socialista, trattenuto in carcere per 12 giorni e poi espulso il 30 giugno dal Canton Berna, mentre il 9 aprile 1904 venne incarcerato per 7 giorni a Ginevra a causa del permesso di soggiorno falsificato, per poi essere espulso una settimana dopo dal Canton Ginevra. Nel frattempo ricevette anche una condanna a un anno di carcere per renitenza alla leva militare.



Rientrato in Italia nel 1904 dopo essere stato espulso dai cantoni per ripetuto ed esasperato attivismo antimilitarista e anticlericale, scampa la pena prevista per la renitenza alla leva grazie ad un errore burocratico, per compiere quindi il servizio militare nel reggimento dibersaglieri di stanza a Verona.

Egli riuscì a tornare a casa con una licenza per assistere la madre ormai morente.


Nel novembre 1912 divenne esponente di spicco dell'ala massimalista del socialismo italiano e giunse alla direzione dell'Avanti!,ma fu successivamente espuslo poichè dimostrava di essere favorevole all'interventismo in guerra dell'Italia. Dopo la fuoriuscita dall'Avanti! Decide di fondare un suo giornale. Ai primi di novembre fonda quindi "Il Popolo d'Italia", foglio ultranazionalista e radicalmente schierato su posizioni interventiste a fianco dell'Intesa. Il popolo, a giudicare dal clamoroso boom di vendite, è con lui.


                                        Il 29 novembre Mussolini venne espulso dal PSI.

Mussolini viene arrestato a Roma l'11 Aprile 1915
dopo un comizio a favore dell'intervento
dell'italia nella guerra.


Alla dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria (23 maggio1915), Mussolini fece domanda per arruolarsi volontario, e questa come nella maggioranza dei casi venne respinta dagli uffici di leva. Venne chiamato come coscritto il 31 agosto 1915, e fu assegnato come soldato semplice al 12º Reggimento bersaglieri; il 13 settembre partì per il fronte con l'11º Reggimento bersaglieri
Il 1º marzo 1916 fu promosso caporale per meriti di guerra. Nel "Rapporto Gasti" si legge, tra l'altro, «Attività esemplare, qualità battagliere, serenità di mente, incuranza ai disagi, zelo, regolarità nell'adempimento dei suoi doveri, primo in ogni impresa di lavoro e ardimento».
 Il 31 agosto successivo venne nominato caporal maggiore.

Il 23 febbraio 1917 fu ferito gravemente dallo scoppio di un lanciabombe durante un'esercitazione sul Carso.






  Il 23 marzo 1919, nella sala riunioni Circolo dell'alleanza industriale, in piazza San                Sepolcro a Milano, furono ufficialmente fondati i Fasci italiani di combattimento.
 Mussolini programmava l'attuazione di uno specifico "Programma di San Sepolcro".





Ci fu un discorso di Mussolini a Piazza San Sepolcro, dei "Fasci di Combattimento" basata su un mescolamento di idee radicali di sinistra e di acceso nazionalismo.
Nel 1921 il movimento fascista divenne un vero e proprio partito che prese il nome di Partito Nazionale Fascista, due anni dopo si fuse con il partito nazionalista.
Man mano però che la situazione italiana si va deteriorando e il fascismo si caratterizza come forza organizzata in funzione antisindacale e antisocialista, Mussolini ottiene crescenti adesioni e pareri favorevoli dai settori agrari e industriali e dai ceti medi. La "marcia su Roma" (28 ottobre 1922) apre a Mussolini le porte per formare il nuovo Governo.





Il potere si consolida ulteriormente con la vittoria nelle elezioni del 1924. Successivamente Mussolini attraversa un periodo di grande difficoltà a causa dell'assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti (10 giugno 1924), il primo grande omicidio fascista (anche se gli storici contemporanei non lo riconducono direttamente al volere di Mussolini stesso).




                             Tra il 1925 e il 1926 furono varate le leggi fascistissime.


Nel 1935 Mussolini decise di occupare l'etiopia, appoggiò Quindi i franchisti nella guerra civile spagnola e si avvicinò alla Germania nazionalsocialista di Adolf Hitler, con il quale stabilì un legame con il patto d'acciaio nel 1939.




Il giorno 10 giugno 1940, benché impreparato militarmente, decide di entrare in guerra assumendo il comando supremo delle truppe operanti, nell'illusione di un rapido e facile trionfo. Purtroppo per lui (e per l'Italia!), le sorti si rivelano negative e drammatiche per Mussolini e il fascismo. Dopo l'invasione anglo-americana della Sicilia e uno dei suoi ultimi colloqui con Hitler (19 luglio 1943) viene sconfessato dal Gran Consiglio (24 luglio) e arrestato dal re Vittorio Emanuele III (25 luglio). Trasferito a Ponza, poi alla Maddalena e infine al Campo Imperatore sul Gran Sasso, il 12 settembre viene liberato dai paracadutisti tedeschi e portato prima a Vienna e poi in Germania, dove il 15 proclama la ricostituzione del Partito Repubblicano Fascista.
 


La liberazione di Mussolini è ordinata da Hitler in persona, che ne affida l'esecuzione all'austriaco Otto Skorzeny, dichiarato successivamente dagli Alleati "l'uomo più pericoloso d'Europa" per le sue capacità e per la sua audacia.


Mussolini attraversa periodi di evidente stanchezza, è ormai "alle dipendenze" di Hitler. Si insedia a Salò, sede della nuova Repubblica Sociale Italiana (RSI). Sempre più isolato e privo di credibilità, quando gli ultimi reparti tedeschi vengono sconfitti, propone ai capi del C.L.N.A.I (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) un passaggio di poteri, che viene respinto. Travestito da militare tedesco, tenta la fuga assieme alla compagna Claretta Petacci, verso la Valtellina. Viene riconosciuto a Dongo dai partigiani, successivamente arrestato e giustiziato il 28 aprile 1945 a Giulino di Mezzegra (Como).

 Tre giorni dopo verrà fucilato insieme a Claretta Petacci, per poi essere portati a Milano in piazzale Loreto dove appesero i loro corpi e quelli di altri gerarchi fascisti ad un distributore di carburante.









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